Tour de France 2017, Froome sul contatto con Aru: “È stato un errore banale. Mi sono scusato subito”
Chris Froome è riuscito a mantenere senza grossi problemi la maglia gialla al termine dell’insidiosa tappa di ieri del Tour de France 2017. Il britannico del Team Sky ha gestito al meglio la situazione, pur perdendo un preziosissimo compagno: “È stato un turbine di emozioni – racconta a proposito oggi durante il giorno di riposo – Arrivando al traguardo ero ovviamente grato di arrivarci in giallo e prendere qualche secondo abbuono, aumentando il vantaggio su Fabio Aru e gli altri rivali diretti. Però, allo stesso tempo è stata una giornata ricca di incidenti, soprattutto quello di Geraint Thomas che è caduto sul Col de la Biche rompendosi la clavicola”. Si tratta ovviamente di “un duro colpo per la squadra” non solo per l’ottima posizione in classifica che occupava, ma soprattutto perché era “un gregario chiave in salita” per lo stesso Froome, che innanzitutto ora tutta la squadra spera che possa “guarire rapidamente”.
Froome torna poi anche sull’episodio dell’attacco di Aru sul Col du Chat proprio mentre lui chiedeva l’assistenza dell’ammiraglia: “Ho capito subito che dovevo cambiare la bicicletta e pare che Aru stesse accelerando in quel momento. Penso che nel gruppo ci sia una regola non scritta che dice che quando il leader della corsa ha un problema che gli impedisce di proseguire, il gruppo non approfitti. Quindi sono molto grato a loro per aver rallentato per qualche istante mentre cambiavo bici e rientravo. Penso che Richie (Porte) sia stato determinante in questo, ancora una volta, quindi lo ringrazio per questo“. La maglia gialla ribadisce anche che il successivo contatto con Aru è stato del tutto fortuito: “Quando sono tornato in gruppo, al tornante successivo mi pare ho perso leggermente l’equilibrio ed ho sbandato a destra. Aru era alla mia destra ed ha dovuto sterzare a destra pure lui. È stato un errore banale e penso che Fabio sia stato il primo ad accorgersene. Mi sono scusato subito dopo che è successo. Qualsiasi supposizione sul fatto che fosse intenzionale è pazzesca, innanzitutto non lo farei mai e poi ero già sulla bici di riserva, quindi pensare che avrei infilato il mio deragliatore nella ruota anteriore di Aru è da pazzi. Non avrei mai rischiato“.
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